FAUNOMORO


Faunomoro è un nome di fantasia composto dalle parole Fauno e Moro.

Il Fauno è una divinità pagana di epoca romana che viene raffigurato nella mitologia classica come un essere per metà uomo e per metà capra, veniva venerato a protezione dei greggi e dell'agricoltura.

Il Moro è un richiamo agli alberi di "Morus Alba" più comunemente chiamato Gelso Bianco, qui nel dialetto locale sono detti Muròn, di cui nel cuore della nostra azienda sono presenti due meravigliosi esemplari secolari.

 

LA STORIA

 

Il richiamo all'epoca romana non è casuale. L'appennino piacentino è stato un territorio ampiamente frequentato dalla civiltà romana tanto che, in particolar modo in Val Tidone, è facile scavando trovare reperti archeologici di inestimabile valore. Questi oggetti tra cui monete, gioielli, vasi, anfore e molto altro sono conservati nel museo Archeologico di Storia Romana di Pianello Val Tidone.

Molte tra le strutture in sasso tipiche del nostro appennino hanno storie antiche da raccontare, proprio come il ns fondo agricolo che tale è stato fin dall'alba dei tempi.

Ai tempi dell'Antica Roma la "città" di Velleia, le cui rovine sono ancora visitabili in Val d'Arda, era centro amministrativo dei territori appenninici piacentini, dalla Val Tidone fino alla val D'Arda. Quando le legioni Romane conquistavano nuovi territori questi, denominati "pagi", diventavano proprietà dell'Impero che successivamente li avrebbe venduti a patrizi, ufficiali e nobili romani per gestirli.

Nel 101 DC l'imperatore Traiano diede ordine di far censire tutti i prestiti che venivano concessi ai proprietari terrieri. Questi "mutui" venivano elargiti dall'Impero con una duplice utilità: gli interessi che da qui maturavano erano devoluti al mantenimento di fanciulli indigenti, con lo scopo di incrementare le attività agrarie e sostenere le famiglie povere per contrastare lo spopolamento delle campagne, garantendosi in questo modo future generazioni di soldati e contadini.

Nacque così la TABULA ALIMENTARIA TRAIANEA e grazie a questo censimento oggi sappiamo che il nostro fondo faceva parte del "pagus venerius" e che i due acquirenti di quei luoghi erano i romani Mommeio Persico e Cornelia Severa. Quest'ultima aveva proprietà in val Luretta e in varie località lungo il Trebbia (Pagus "ambidestrus"). Dalla Tabula sappiamo addirittura che la parte dei loro pagi era stata pagata 450.000 sesterzi.

Grazie ad un'analisi fatta su diverse centinaia di pagine dei documenti relativi a Veleia (Museo di stato di Parma) ed ai romani che meticolosamente annotavano tutto, sappiamo anche che la nostra località, menzionata in un documento del 14 avanti cristo si chiamava: "Celtix ovis villam" la cui traduzione dal latino significa "Allevamento di pecore celtiche" perchè al momento della conquista dei legionari romani la zona era popolata da tribù stanziali celtiche. ... curioso non credete?

Nel basso medioevo, con l'avvicendamento di centinaia di invasioni e distruzioni , si trovano ben pochi documenti attendibili con nomi o forme dialettali che hanno cancellato, o quasi sempre stravolto, l'antica toponomastica.

La ritroviamo nelle proprietà dell'Abbazia Cistercense della Colomba (iniziata alla fine dell'anno 1.000 e consacrata ufficialmente nell' 11 aprile del 1.136) di Alseno. Questa riceverà donazioni in soldi e soprattutto in possedimenti a seguito di donazioni della città di Piacenza, dei marchesi Oberto Pallavicino e Corrado Cavalcabò. Da alcuni loro possedimenti, inevitabilmente, ne derivarono i nuovi nomi di Colombara, Colombarola, Colombera, Colombaia..... nomi che hanno conservato fino al giorno d'oggi.


... in fondo noi siamo solo custodi di questo prezioso e antico territorio dove da sempre si succedono storie di uomini che come noi lo hanno popolato, governato e coltivato. La devozione che proviamo verso questo luogo ci porta a gestirlo con la massima cura per conservarne la storia, la bellezza e la fertiità da tramandare alle generazioni future.

 

 

IL LOGO

 

Il nostro logo, attraverso i simboli che lo compongono, è la stilizzazione delle nostre produzioni:

Il triangolo rappresenta l'uva, con essa i vegetali ed il regno delle piante
Il cerchio rappresenta il latte e quindi il regno animale
L'esagono simboleggia la cella dell'ape simbolo di energia che permea tutti i regni viventi

La corona è un richiamo agli Dèi (Bacco), a Re ed Imperatori dell'Antica Roma ed agli Imperatori medievali.